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La Sirena del Ghiaccio

Barbara Hernandez Huerta, la campionessa cilena alla conquista delle acque gelide del pianeta


La chiamano "La Sirena de Hielo" (Sirena del Ghiaccio), Barbara Hernandez Huerta, psicologa e nuotatrice cilena, che dalla sua vanta un palmarès ricco di vittorie e record, l'ultimo in ordine cronologico è quello di essere diventata l'unica nuotatrice a percorrere 2.5km in acque ghiacciate, che le è valso il Guinnes World Record.


Pluripremiata anche ai campionati del Mondo di nuoto invernali in Russia (2018) e Slovenia (2019).

Alcuni dei suoi record: Prima donna cilena a completare l'attraversamento del Canale di Catalina (vicino la costa californiana), del Canale della Manica e quello del canale di Beagle (Terra del Fuoco).


Nel 2018 è stata classificata al primo posto dall'International Winter Swimming Association. Inoltre è stata selezionata come Donna dell'anno, per il nuoto in acque libere del 2020 agli WOWSA Awards, ed è stata inserita anche nella Ice Swimming Hall of Fame nella sua classe 2023.



ULA BIANCA: Barbara, sei appena diventata la prima nuotatrice a nuotare per 2,5 km in acque ghiacciate, come ti senti? Anche se in realtà avevi già battuto altri record, come il miglio in acque oceaniche nello Stretto di Drake percorso in 15 minuti

BARBARA HERNANDEZ: Il nostro record da Guinness per il nuoto in Antartide è motivo di grande orgoglio, è il risultato di anni di lavoro e di un sogno iniziato più di 10 anni fa, anche così, la verità è che il record è stato la scusa per prendere gli occhi di mondo all'Oceano Antartico e poter parlare della protezione del suo oceano e della creazione di aree marittime protette.


UB: A che età hai iniziato a nuotare?

BH: Ho iniziato a nuotare a 6 anni e a 17 ho cominciato nelle acque libere.


UB: E perché la scelta di affrontare le gelide acque degli oceani?

BH: Penso che sia merito del nostro oceano freddo, voglio dire che l'intera costa cilena e l'Oceano Pacifico hanno temperature fredde in estate e estremamente fredde in inverno, imparare a nuotare nelle acque ghiacciate è stata anche un'opportunità per nuotare nei nostri ghiacciai cileni e sognare l'Antartide.


Il processo è stato lungo e richiede molti anni di ricerca del supporto, sia da parte delle autorità che delle sponsorizzazioni, quindi nuotare in condizioni estreme diventa un vero privilegio, il mio posto nel mondo, il mio luogo di appartenenza è lì.


UB: Bárbara Hernández, grande nuotatrice ma anche psicologa, qual è il legame tra questi due ruoli?

BH: Penso di essere stata una nuotatrice molto prima di decidere di diventare una psicologa, ma credo che unire entrambe le passioni sia ciò che mi stimola, connettermi con gli altri, imparare a motivare gli altri e invitarli a lottare per il proprio sogno o desiderio, sia anche qualcosa che mi rende profondamente felice.



In un certo senso nuoto anche con le mie emozioni, nell'acqua imparo a vedere e sentire la vita in un modo molto difficile da descrivere.


UB: Quanto ti ha aiutato essere una psicologa nel nuoto? Ed essere un nuotatore in psicologia?

BH: Come ti dicevo prima, penso che le due cose si completino a vicenda e ti diano una visione diversa del dolore o dello scopo, di lavorare per sogni che agli altri sembrano impossibili.



UB: Collabori con Antarctica2020, un'organizzazione che si batte per la conservazione marina, è stato uno stimolo in più per te?

BH: È stato un onore essere presa in considerazione, e ricordo ancora che quando nuotavo pensavo all'Antartide, non è più solo per me o per la mia squadra, o per le persone che credono in me, è per prendersi cura e proteggere un Antartide così colpito dai cambiamenti climatici, che tutto il suo ecosistema sta cominciando a cambiare.


UB: Puoi dirci in cosa consiste la preparazione per affrontare questo tipo di impresa?

BH: Sono anni di preparazione, capisco che per alcune persone è una sfida alla morte, per me è un modo di abbracciare la vita e portare le sfide al livello successivo, quindi l'allenamento deve essere all'altezza, ci alleniamo 6 volte a settimana, fino a 10 km al giorno, pesi, yoga, ho un cardiologo, un fisioterapista, un nutrizionista, ecc. acclimatamento anche alle basse temperature.

UB: Qual è la cosa più difficile per te quando affronti queste sfide?

BH: La ricerca del supporto, non e' la sfida fisica o la paura, è la logistica e il supporto necessario per realizzarla.


UB: Come ti riprendi dopo aver nuotato così a lungo in acque ghiacciate?

BH: Un team preparato e specializzato mi aiuta e fa parte del mio staff. Il recupero dall'ipotermia è graduale e devi seguire tutti i protocolli stabiliti.


UB: Da Santiago del Cile all'Italia, rimbalzando qua e là per il mondo, i tuoi affari vanno velocissimi, immagino anche i tuoi impegni.

BH: Sempre pieno, ma amo quello che faccio e sono privilegiata nella vita grazie a loro.


UB: I social network ti hanno aiutato a interagire con il mondo?

BH: I social network sono stati un grande alleato, quando li uso, il legame con la mia community è reale e genuino.


UB: Un giudizio della psicologa Barbara ora, come vede l'utilizzo dei social network nel mondo di oggi?

BH: Li vedo come un modo per creare comunità, dal lato positivo ed essere connessi, anche come un modo per eludere la realtà o venire assorbiti da una forma di comunicazione che ci sfugge di mano in molte occasioni.


UB: Qual è il tuo obiettivo?

BH: Finire i miei 7 oceani, l'ultimo sarà in Giappone a luglio, scrivere il libro sulle nostre nuotate e aspettare il documentario dell'Antartide, continuare a nuotare intorno al mondo e ovviamente tornare in Antartide!


Con un totale di circa 200 km la Oceans Seven è la maratona dei sette canali più insidiosi del mondo (Stretto di Gibilterra, Canale di Catalina, Canale della Manica, Canale Molokai, Canale del Nord e lo Stretto di Cook).


Solo 21 persone sono riuscite a completare la Oceans Seven, correnti e onde fortissime, alle meduse e tutti le condizioni di difficoltà che ci possono essere in mare aperto. Non è un'impresa per tutti. Ci vogliono anni di allenamento per ogni singola tappa.


I nuotatori devono abituarsi alle condizioni estreme, in modo tale da non surriscaldarsi o andare in ipotermia. Alcune di queste traversate richiedono una nuotata di qualificazione per dimostrare di poter gestire condizioni così estenuanti.



》Bárbara Hernández H.

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